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Solo nel 1536, in una cena imbandita con il lusso del tempo in onore del Duca di Ferrara, è stato presentato per la prima volta da Messer Giglio il pane "ritorto" il pane con i cornetti.
Il pane ferrarese non è dunque solo un alimento; è soprattutto il premio alla fatica dell'uomo, cibo tradizionale che viene a noi da secoli remoti, simbolo e seme di una antica civiltà.
I ferraresi hanno una visione tutta particolare, personale, quasi gelosa, che li porta a fare di questo alimento che pure è il più antico della civiltà ferrarese, un elemento distintivo, addirittura una specialità.
La forma del pane ferrarese è la coppietta (ciupèta) data dalla congiunzione di due panetti con un corpo centrale (nodo o nastro) da cui si distinguono due capi (curnit) elegantemente ritorti per finire a punta (grustin): la lavorazione che rivela tutta la sua funzionalità al momento della cottura; infatti mentre il corpo centrale rimane molle con sovrastante crosta, i crostini risultano gradevolmente croccanti, tutto a vantaggio di una più lunga conservazione.
Il pane "artistico" il cui nome indica la città di nascita ha la priorità di essere altamente digeribile.
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